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al testo di Maria Musik
Antica romana
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Voglio libri di carta che devi sfogliare piano piano per non svegliare chi ti dorme accanto. la puntina di aguzzo diamante a sporcare il suono con lieve fruscio che legge l’armonia del solco facendo eterno girotondo sul vinile. un'unica sala buia il film sul telo bianco a viso aperto senza occhiali treddì ed un sonoro surround a colpire la nuca un corpo caldo da toccare a tutto tondo non touch ma tocco sul ruvido della barba e la seta del pelo. una BIC blu che mi scoppia in mano ed alcool rosa a strofinare le dita imbrattate di lavoro. “Ah Marì: scenni che c’è la biga!” “E c’hai raggione, barbaro. Prepara puro er triclinio ‘che so’ romana e matrona. Visto che ce stai, porta l’uva così me ‘nbocchi! Ma lavala co’ l’acqua, fa er piascere che la pioggia acida me se rimpone!”
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Roberto Maggiani
- 14/02/2012 23:13:00
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Penso, cara Maria, che tu stia seguendo una strada tutta tua, alla faccia di tutti noi che crediamo di poetare, sei come un rivolo di acqua che si stacca dallo scorrere principale, prende a va a zig zag per fossette laterali, sperimenta, si ricongiunge più avanti, se sbaglia sta sereno e torna. Penso che questo testo sia molto bello e sia reso ancora più bello dalla tua voce. Grazie.
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Fiammetta
- 13/02/2012 10:54:00
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Criptica.
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Silvia De Angelis
- 12/02/2012 18:42:00
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Un poetare affascinante che si legge con piacere per la sua particolare musicalità...poesia apprezzata
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Lorena Turri
- 12/02/2012 14:28:00
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Anvedi, oh, sta matrona sul triclinio! Ce sa pure fa...anco (senza Marzio) a poetà!!! ;-)
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Maria Musik
- 12/02/2012 14:20:00
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@Loredana - Per essere unaliena lo capisci bene il linguaggio umano. Nano nano. ;-)
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Roberto Perrino
- 12/02/2012 14:19:00
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Ben fatto!!! Fuori campo strepitoso! E soprattutto, bello sentirla oltre che leggerla.
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Loredana Savelli
- 12/02/2012 14:17:00
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Dirò una cosa aliena: a me è sembrata una poesia erotica!
Non solo per il corpo caldo da toccare, ma per lambientazione in genere, dall"unica sala buia" alla "puntina di aguzzo diamante", passando dallo "strofinare le dita imbrattate di lavoro".
E poi quello scendere bruscamente sulla terra, sia pure da "matrona".
Così è stato, è, e sarà.
Bravissima Musik! : ))
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Maria Musik
- 12/02/2012 14:04:00
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@Cristina @Nando Grazie per darmi modo di spiegare il perchè del "fuoricampo" in romanesco. Ho molto riflettuto prima di pubblicarlo. Poi, ho pensato: "Al diavolo: perchè devo essere diversa da me stessa in ottemperanza allaltrui senso estetico, alla necessità desser "seri" sfrondando, sfrondando, sfrondando?" Ho avvertito la voglia di mettere su carta la mia nostalgia per lantico ed il tecnologico depoca ma, al contempo, la voce della mia coscienza "ironica", densa della "impunità" romana, che mi faceva sentire la risposta ed era formulata in dialetto. Mi ha divertito e le ho dato corpo. Tutto qui... nessun espediente, nessuna tecnica di contaminazione. Arte povera... anzi, bricolage da domenica mattina.
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Ferdinando Battaglia
- 12/02/2012 13:21:00
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Soprattutto la prima parte mi ha lasciato nellammirazione. Sarò inadeguato ma, per me, è un piccolo capolavoro.
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Maurizio Sciascia
- 12/02/2012 12:44:00
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I desideri di una donna da sempre sono gli stessi, essere "amata" (non sono necessari i "fuochi dartificio") luomo (ma mi vien voglia di dire il "maschio") non ha ancora compreso che nella felicità della propria donna, risiede la propria completezza! Grande Maria! Un abbraccio Maus
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cristina bizzarri
- 12/02/2012 12:26:00
[ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]
Mi è piaciuto tanto ascoltare il testo e sentirlo leggere da una voce fresca, con lievissimo accento romano che poi "sbotta" nella seconda parte. Davvero originale, ma quella seconda parte come nasce???
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